Digitalizzazione e Istruzione: come si é evoluta l’educazione e cosa aspettarsi nel 2023

Scopri come la digitalizzazione ha cambiato l'istruzione e cosa aspettarsi nel 2023. Esplora come la tecnologia trasforma il modo in cui impariamo e insegniamo.

Per alunni e studenti di ogni ordine e grado il web è stato, ed oggi a maggior ragione è, uno strumento di grande innovazione e spiccata evoluzione delle metodiche scolastiche ed universitarie.

Il balzo in avanti è avvenuto in maniera esponenziale durante la crisi pandemica che ha costretto alunni, studenti e insegnanti alla Didattica a distanza che ha stravolto consuetudini forse troppo a lungo rispettate, soprattutto nel continuo supporto del materiale cartaceo, non più al passo con i tempi.

L’introduzione massiccia, nelle dinamiche di apprendimento, di tablet, computer e smartphone ha determinato uno slancio dell’evoluzione digitale.

In realtà il processo di digitalizzazione è cominciato già da molti anni, tant’è che, ad esempio, molti genitori di figli oggi maggiorenni, avevano accesso al cosiddetto “registro digitale” quando i loro ragazzi erano alle scuole medie e potevano così controllarne il rendimento e interagire con il personale docente. La possibilità di poter contattare, non solo telefonicamente, i propri referenti nelle scuole dell’obbligo e negli istituti superiori, ha determinato un forte snellimento delle procedure sia di monitoraggio delle attività di ogni singolo allievo che delle tempistiche di connessione fra utenti e gestori del sistema dell’Istruzione italiana.

E’ pur vero che, nonostante la necessità di essere online in tanti aspetti della formazione scolastica ed universitaria e nei rapporti fra insegnanti, studenti e famiglie, per alcuni la troppa tecnologia applicata sia nelle aule in presenza che nella DAD è considerata un limite per la progettualità individuale che la rete informatica può appiattire, ma i vantaggi per i nostri giovani sono di lunga superiori agli svantaggi. Vediamo a che punto siamo nelle dinamiche educative associate al digitale partendo dal PNRR che, in tema di transizione digitale, prevede che entro marzo 2023 ogni istituto scolastico adotti la “Strategia Scuola 4.0”.

Cos’è la “Scuola 4.0”

Il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha destinato 2,1 miliardi di euro alle scuole perché si adeguino alle più avanzate tecnologie digitali a cominciare dalla riformulazione degli spazi scolastici in modo che diventino, come si legge nel PNRR, “connected learning environments”, sempre modulabili e flessibili alle rinnovate esigenze di apprendimento che includono laboratori strutturati digitalmente per orientare al lavoro.

Per quanto concerne la didattica universitaria, il piano “Strategia Scuola 4.0” ha come obiettivo la creazione di tre Digital Education Hubs (DEH) che puntano al miglioramento del sistema di istruzione superiore per favorire studenti e lavoratori universitari.

Con decreto del Ministro dell’istruzione n. 161 del 14 giugno 2022, il Piano Scuola 4.0 prevede che ogni istituto, nel mantenimento della propria autonomia, attui linee di investimento nella digitalizzazione, sviluppadosi in quattro sezioni. La prima è definita “Background” e si riferisce allo stato dell’arte della trasformazione didattica e digitale della scuola italiana anche in riferimento agli scenari europei.

La seconda e terza sezione, “Framework” presenta gli orientamenti per riprogettare gli ambienti scolastici, modellandoli per divenire le Next Generation Classrooms ed i Next Generation Labs, ossia i laboratori, incubatrici delle professioni digitali del futuro prossimo.

La quarta ed ultima sezione, la “Roadmap”, fornisce l’illustrazione e la sintesi del piano di investimento “Scuola 4.0”.

Occorre prestare attenzione nell’approccio a questo delicato e complesso programma, al fatto che le infrastrutture tecnologiche necessarie alla sua realizzazione debbano consentire totale sicurezza nella gestione dei dati anche considerando che gli accessi sono continui e molteplici.

L’esperienza dovuta all’emergenza Covid ha del resto già evidenziato che la modalità digitale al passo con i tempi è imprescindibile e che ormai è diventata la norma, un format ora da evolvere per migliorare l’intero excursus dell’Istruzione italiana.

Facciamo il punto sulla “transizione digitale” scolastica

Di progressi nella digitalizzazione del sistema educativo italiano ne sono stati fatti tanti negli ultimi anni, per cui il piano “Scuola 4.0” si va ad impiantare su un substrato di operatività ben collaudato che ha apportato, ad esempio, la possibilità di utilizzare le app per studiare, per rendere più veloce l’apprendimento, perfezionandone gli step.

Le risorse offerte del web hanno altresì stimolato l’accesso ai corsi online per lingue straniere senza dimenticare che la connessione internet ha semplificato anche i contatti fra studenti e docenti che possono relazionarsi fra loro in tempi brevi e più pratici, soprattutto nello scambio di file, immagini e materiale didattico.

Per gli insegnanti, la digitalizzazione ha arrecato benefici anche nella partecipazione ai corsi di formazione, di aggiornamento, con conseguente vantaggio per la loro qualità professionale.

Non di poco conto anche il fatto che il processo di digitalizzazione scolastica ha accresciuto la reale possibilità, presso nuclei familiari a basso reddito, con figli in età scolare, di poter entrare nell’era digitale acquisendone gli strumenti.

L’Italia ancora registra un notevole gap di competenze digitali rispetto ad altri Paesi, anche in orbita UE, ed è anche sensibile a diversità territoriali, fra aree più o meno progredite del nostro Paese. Pertanto una scuola “digitale” ben conformata è necessaria pure per superare diseguaglianze sociali ed incrementare una generale crescita culturale ed economica. A tal proposito, proprio in virtù dell’accelerazione della transizione digitale scolastica concludiamo questa veloce disamina con un accenno all’importanza del “coding”.

Coding

Le nuove generazioni sono figlie del web e per questo il coding sta diventando sempre più frequente nelle scuole.con un imprinting digitale. Il coding è appunto la capacità informatica di saper utilizzare la rete, sviluppando il pensiero computazionale, ossia la conoscenza della programmazione e dello sviluppo di software. Ciò è importante per insegnare ai più piccoli quello che molti di noi hanno dovuto imparare in età adulta, scoprendo come divincolarsi nel “problem solving” e acquisendo abilità utili nel mondo del lavoro, molto richieste dai recruiters. Attraverso giochi di coding è oggi possibile, nella scuola primaria, favorire la nascita di questi nuovi schemi di ragionamento che le giovani menti assorbono con grande facilità.

Condividi l'articolo:

Post relazionati